venerdì 11 dicembre 2015

"HOLY AND LAY": il video dello spettacolo di inaugurazione della prima parte del nuovo impianto illuminotecnico del Duomo a cura di allSADout


Lo spettacolo di luci (giochi e transizioni geometriche, variazioni cromatiche, effetti prospettici 3D, deformazioni di elementi architettonici) sulla facciata del Duomo di San Flaviano, promosso da Italia Nostra onlus, a cura di Angela Marchesani, Graziano Marchesani e Marco Rosa (allSADout), con le musiche di Angelo Vitaliano, e realizzato grazie al prezioso contributo dell’amministrazione comunale. L'evento si è svolto sabato 21 novembre 2015, in apertura dei festeggiamenti in onore del Patrono, e hanno arricchito la cerimonia di accensione della prima parte del nuovo impianto d'illuminazione dal titolo "Valorizzare con la luce: il Duomo di San Flaviano", ideato e curato da Italia Nostra onlus - sezione di Giulianova, associazione nazionale per la tutela per Patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione, e finanziato dalla fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo. Riprese live: Viviana Pavone.




venerdì 13 novembre 2015

ILLUMINIAMO LA CUPOLA! sabato 21 novembre (sabato 28 in caso di pioggia) accensione della prima parte del nuovo impianto illuminotecnico del Duomo di San Flaviano


ITALIA NOSTRA ONLUS - sezione di Giulianova, associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico artistico e naturale della Nazione, ha promosso, ideato e curato il progetto illuminotecnico "VALORIZZARE CON LA LUCE: IL DUOMO DI SAN FLAVIANO" e grazie al decisivo sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, con il patrocinio della Città di Giulianova e della Parrocchia Arcipretale, accende le prime luci sul simbolo della città con un evento nella serata di sabato 21 novembre (in caso di pioggia sabato 28 novembre).  La progettazione, totalmente gratuita, è stata curata dall'arch. Archimede Melchiorre, presidente dell'associazione, dal dott. Sirio Maria Pomante, vice presidente dell'associazione e direttore tecnico-scientifico dei musei civici, dall'ing. Augusto Corneli e dall'arch. Alessandro Tursi, con il supporto delle ditte Di Silvestro e Cretone Rex che hanno eseguito i lavori.

Alle ore 19.30 in piazza Buozzi prenderà vita la prima parte del progetto che sarà riproposto a finanziamento per essere arricchito e implementato nei prossimi anni. La cerimonia, posta in apertura dei festeggiamenti in onore del Patrono San Flaviano, vedrà un inedito spettacolo di luci (giochi e transizioni geometriche, variazioni cromatiche, effetti prospettici 3D, deformazioni di elementi architettonici) sulla facciata del Duomo, promosso da Italia Nostra onlus, a cura di Angela Marchesani, Graziano Marchesani e Marco Rosa (allSADout) e realizzato grazie al prezioso contributo dell’amministrazione comunale. Un sentito ringraziamento è diretto al Parroco Arciprete Don Domenico Panetta, alla dott.ssa Nausicaa Cameli e al consigliere del B.I.M. Fabrice Ruffini, per il particolare interessamento, al lavoro e alla disponibilità degli uffici comunali della Terza e Quarta Area, e agli sponsor privati Frigomeccanica, Citigas, Baltour, GLS corriere espresso, DHPLAB e Autocori. Dalle 20.00 alle 23.00 Piazza Buozzi: Performance dal vivo con giochi di luce sulla facciata del Duomo a cura di Angela Marchesani, Graziano Marchesani e Marco Rosa (allSADout).

“E’ un sogno che inizia ad avverarsi e siamo solo al principio. Infatti, – spiega il presidente dell’associazione, Archimede Melchiorre – il progetto elaborato e approvato dagli enti competenti nella sua totalità, prevede l’illuminazione di tutto il monumento. Auspichiamo che la Fondazione Cassa di Risparmio, a cui và il nostro riconoscimento per aver supportato un’iniziativa così determinante per l’identità culturale della nostra città, possa continuare ad investire per il completamento dell’opera.  L’illuminazione del Duomo da parte di Italia Nostra onlus, ne siamo certi, darà nuovo lustro e decoro non solo alla  piazza sulla quale si affaccia e che aspetta ancora di diventare un autentico “salotto”, ma a tutto il paesaggio costiero, ridonando alla cupola il suo ruolo di punto di riferimento territoriale, urbanistico e storico, così come ideato dal fondatore, il duca Giulio Antonio Acquaviva”.




mercoledì 26 agosto 2015

"SeicentoNovecento", un concerto per conoscere la chiesa di San Pietro a Campovalano di Campli



"SeicentoNovecento", 17 stagione di Musica Antica. 
Lunedì 31 agosto 2015 ore 19,00 Chesa di S. Pietro Campovalano di Campli (TE), 
Concerto "Ensemble Girolamo Frescobaldi" 
Mario Caldonazzi e Augusto Righi – trombe; Michele Fait, corno; 
Fabio Mattivi – trombone; Felix Pfeifer – tuba. Ingresso libero

A seguire cena in un vicino ristorante. La partecipazione è facoltativa, per eventuale prenotazione: giulianova@italianostra.org / 0858002107.

mercoledì 17 giugno 2015

Dopo la manifestazione NO OMBRINA del 23 maggio a Lanciano


Iniziativa di ARCI, FAI, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF
La commissione scientifica a disposizione della Regione per contrastare Ombrina e gli altri progetti
Non si gettino al vento i milioni spesi per uno sviluppo diverso che sarebbero vanificati dalla petrolizzazione
Le associazioni ambientaliste ARCI FAI, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF, attraverso il lavoro della commissione tecnico/scientifica che gratuitamente e da anni si batte insieme a loro nell’interesse dei cittadini e del territorio, intendono offrire alle Regione Abruzzo uno strumento forte da utilizzare nelle prossime tappe decisionali sul progetto di realizzazione della piattaforma petrolifera denominata “Ombrina Mare 2” presentato dalla Rockopper.
Il progetto ha ottenuto il parere VIA favorevole dal Ministero dell’Ambiente pur essendo stato presentato con una documentazione tecnica carente e con molteplici imprecisioni ed errori.
La Regione Abruzzo a questo punto deve adoperarsi con tutti i mezzi a propria disposizione per rappresentare con forza la volontà popolare espressa ancora una volta con estrema chiarezza nella manifestazione dello scorso 23 maggio a Lanciano. Deve in particolare far valere le proprie scelte politiche di indirizzo sul tipo di sviluppo economico che intende perseguire e deve evitare di ripetere errori imperdonabili come quello di non aver inviato un proprio delegato per i lavori della Commissione VIA presso il Ministero dell’Ambiente.
Il gruppo scientifico del coordinamento delle associazioni ambientaliste, costituito da docenti universitari, scienziati e professionisti abruzzesi, ha già analizzato approfonditamente lo Studio d’Impatto Ambientale della Rockopper producendo dettagliate osservazioni al Ministero dell’Ambiente durante l’iter di VIA.
Per consentire alla Regione Abruzzo di esprimere la propria forte contrarietà a questo ed altri progetti di petrolizzazione che interessano il mare Adriatico adducendo anche stringenti motivazioni di carattere tecnico/scientifico la commissione scientifica delle associazioni ambientaliste mette a disposizione dell’intera comunità la propria professionalità e si dichiara disponibile a rappresentare, a titolo gratuito, a nome della regione Abruzzo e di tutti i suoi cittadini le suddette istanze nelle sedi e nei tavoli opportuni contro quello che è un progetto certamente complesso, ma presentato in maniera a dir poco superficiale.
Con questa iniziativa FAI, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF intendono ribadire ancora una volta la propria scelta in favore del Parco della Costa Teatina e di una economia diversa per l’Abruzzo che tenga conto dei tanti investimenti con denari pubblici fatti in questi anni in favore di comparti economici importanti, che sarebbero vanificati da una scellerata scelta in favore della petrolizzazione. Né va sottaciuto che il petrolio estratto porterebbe vantaggi solo alle compagnie, grazie a royalty tra le più basse al mondo, e che, secondo dati del Ministero dello sviluppo economico, l’intera riserva di idrocarburi dell’Adriatico, destinata comunque al mercato mondiale, potrebbe coprire i fabbisogni nazionali per poche settimane a fronte delle quali dovremmo sopportare danni certi (ambientali, paesaggistici ed economici) per decine e decine di anni.
In Italia, nonostante l'assenza di programmazione e regole certe, l'utilizzo di fonti rinnovabili continua a crescere, cambiando in modo irreversibile il quadro energetico del paese. Un futuro fuori dal petrolio non è più solo una possibilità, ma una realtà concreta e la politica nazionale e regionale ha il dovere di saper leggere una volta per tutte questa realtà.
Progetti come Ombrina sono soltanto retaggi di un modello di sviluppo anacronistico e ormai insostenibile. Segnano un passo indietro nella lotta ai cambiamenti climatici e rappresentano un rischio per il territorio, come sarà ampiamente dimostrato dai contributi scientifici in corso di preparazione che saranno presto presentati ai cittadini e agli amministratori. Mettono inoltre a rischio tutta l'economia sana della zona che, nel legame con la valorizzazione del territorio e delle sue caratteristiche paesaggistiche e ambientali, ha uno dei suoi principali punti di forza e riconoscibilità.

Pescara, 27 maggio 2015
La commissione scientifica delle associazioni ambientaliste
La commissione scientifica è a oggi composta (in ordine alfabetico) da: Francesco Brozzetti, Univ. D'Annunzio, geologo strutturale; Massimo Colonna, Chimico; Piero Di Carlo, Centro di Eccellenza CETEMPS Univ. dell'Aquila, fisico dell'atmosfera; Maria Rita D'Orsogna, California State University at Northridge, fisico; Loredana Pompilio, Univ. D'Annunzio, geochimico; Francesco Stoppa, Univ. D'Annunzio, vulcanologo, geochimico.

Il documento tecnico scientifico tratterà le seguenti argomentazioni
In sintesi:
Criticità emerse nella presentazione dei dati e dei calcoli sulle emissioni in atmosfera.
Modelli di dispersione in atmosfera degli inquinanti, trattati con genericità dei dati, inesattezze e incongruenze; inesatti e approssimativi anche i dati meteorologici usati come input dei modelli.
Le emissioni di inquinanti in atmosfera, dichiarate dall’azienda, sono del tutto generiche e spesso uguali in valore al limite massimo stabilito dalla normativa. Mettendo da parte la strana coincidenza di avere un impianto che emetterà esattamente quanto stabilito dalla legge, in ogni caso ciò significherebbe che l’impianto, anche nella normale attività, lavorerebbe al limite legislativo! Quindi un qualsiasi evento avverso porterebbe il sistema “fuori legge”. La carenza di informazioni sulla composizione chimica dei gas emessi in tutte le fasi impedisce inoltre un corretto calcolo delle emissioni di inquinanti a carico delle diverse sorgenti.
Le analisi modellistiche di impatto degli inquinanti emessi dalle attività di Ombrina sulla qualità dell’aria nelle aree costiere sono basate su ipotesi non supportate da dati meteorologici reali, effettivamente misurati. In particolare viene riportato che: si osserva un regime di venti costante durante tutto l’arco dell’anno per entrambe le stazioni, con prevalenza di vento di intensità medio bassa proveniente da Nord-Ovest”. Questa è una approssimazione errata perché non tiene conto dei regimi di brezza che dominano il trasporto di masse d’aria sulla costa. Le brezze sono quelle che di giorno trasportano, in maniera dominante, le masse d’aria, e quindi gli inquinanti, dal mare sulla costa. Valutazioni di impatto che si basano su regimi meteorologici che non tengano conto delle brezze producono dei risultati del tutto lontani dalla realtà, come quelli presentati in Commissione VIA. (Loredana Pompilio, Piero Di Carlo)
Viene sottovalutato il rischio subsidenza. Abbassamenti del suolo di metri si sono verificati per un largo raggio intorno a pozzi situati nella stessa situazione geologica lungo la costa adriatica. Queste enormi buche vengono riempite rapidamente dal mare con sedimenti “rubati” alla costa facendo scomparire le spiagge e provocando frane e crolli della costa alta. Ignorata la presenza di uno strato di sedimenti recenti molto mobili e ricchi di gas, con spessore sino a 50 metri, che è presente in questa zona dell'adriatico sino a 25 km dalla fascia costiera. Le piattaforme e gli ancoraggi poggiano su questo fondale instabile e facilmente deformabile. Anche una minima attività sismica può scatenare liquefazione, esplosioni di gas, craterizzazioni (pockmarks) e frane sottomarine (correnti di torbida) che possono scatenare una serie di fenomeni dannosi, e perfino pericolosi tsunami. (Francesco Stoppa, Francesco Brozzetti)
La descrizione dell’impianto dal punto di vista ingegneristico è carente. Manca l’analisi dei rischi: i nostri giacimenti sono si piccoli, ma spesso con pressioni elevate; si ricordi l’incidente della Paguro (AGIP) che durante la fase di perforazione intercettò un pozzo con gas ad alta pressione non previsto.
Nel Quadro di Riferimento progettuale del progetto Ombrina Mare si sviscera una lista di possibili additivi dei fanghi e fluidi perforanti, senza però spiegare il loro tipo di impatto sulla vita marina, quale sia il loro tasso di biodegradazione e il quantitativo di queste sostanze che verrà usato. In alcuni casi si usano etichette fuorvianti, come ad esempio, non meglio specificati lubrificanti ecologici. Cosa sono esattamente questi lubrificanti? In che senso sono ecologici? Fra i componenti elencati dalla Medoilgas in qualità di additivi dei fanghi perforanti a pagina 63 del Quadro di Riferimento Progettuale non compare il gasolio. A pagina 76 della stessa sezione però si afferma che ci sarà una nave appoggio ove saranno stoccati tutti i materiali necessari alla perforazione, fra cui il gasolio. Sebbene la Medoilgas continui ad insistere che i fluidi utilizzati durante le estrazioni di petrolio presso Ombrina Mare saranno biodegradabili ed a scarso impatto ambientale, nel documenti presentati agli investitori già nel 2008 veniva illustrato che invece verranno usati oli diesel e brine petrolifere e che i pozzi necessiteranno di aggressive tecniche di stimolazione artificiale fra cui acidificazione e fratturazione. Già in fase di prove di produzione infatti, eseguite nel Maggio e Giugno del 2008, il petrolio di Ombrina fu estratto usando composti di HCl e di HF ad alta concentrazione e ad alta pressione per dissolvere la roccia e aumentare il flusso di idrocarburi. L'acidazione ha permesso di quasi raddoppiare il tasso di produttività. I testi rivolti agli investitori sono chiari e affermano che fra le tecniche di stimolazione artificiale, verranno usate fratturazione e acidificazione: The Ombrina Mare-2 well tested up to 1.0 mb/d of heavy 17 API oil during an acidized production test in May/June this year and the company believes... (Maria Rita D'Orsogna)
Criticità emerse nelle modalità di gestione dei rifiuti prodotti dalle attività di perforazioni e di desolforazione.
Ombrina Mare 2, la storia in breve
Le prime indagini vennero condotte nel periodo 1955 – 1970 dall’AGIP alla quale seguì, nel periodo 1970 – 1973, la Gulf Italia; entrambe rinunciarono alla coltivazione. L’esperienza proseguì nel periodo 1975 – 2000 con la ELF Italiana che realizzò i pozzi Rombo Mare e Aguglia 1, risultati sterili, e il pozzo Ombrina Mare 1 che, pur risultato mineralizzato ad olio e gas, non garantiva un programma di coltivazione
2002. Arriva Gas Concordia che richiede l'area e riparte con l' Istanza di Permesso accordata; nel 2005 ottiene anche il Permesso di Ricerca. Contemporaneamente all’acquisizione del titolo Gas Concordia cede l’intero pacchetto a una sua controllata, la Intergas Plus, e fa richiesta di un pozzo esplorativo, Ombrina Mare 2. Nel 2008 Ombrina passa alla Medoil Gas, che è l’esecutrice del pozzo di ricerca Ombrina Mare 2. I lavori sono completati nel giugno 2008. Prime manifestazioni di contrarietà, con Maria Rita D'Orsogna.
2010. Medoil presenta in sede di VIA il progetto di coltivazione-istanza a coltivare-; parte una grande mobilitazione per inviare osservazioni in critica al progetto per l’esame della commissione di valutazione ambientale. Arriva il decreto Prestigiacomo e il Ministero dell’Ambiente l’8/11/2010 attraverso la commissione VIA da parere negativo al progetto.
2012. 22 giugno: l’art.35 DL 83/2012, comma 1, modifica l’art. 6, comma 17 del D.Lgs n.128/2010. In sostanza vengono resi inefficaci i limiti posti di 5/12 miglia dalla costa, per progetti antecedenti il Decreto Prestigiacomo del 2010. Il mese successivo La Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali del Ministero trasmette alla Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale (CTVIA), una nota in cui si chiede il riavvio della attività istruttoria- nota prot.DVA-2012-0016621-. Riparte la fase istruttoria CTVIA, come se non fosse mai esistito il parere negativo di due anni prima. La società presenta delle integrazioni al progetto Ombrina Mare 2.
2013. Il 25 gennaio, inspiegabilmente, arriva il parere positivo con l’esonero di procedere subito all’approfondimento AIA -Autorizzazione Integrata Ambientale-, spostandola di 4 anni dall’inizio attività. Ministro dell’ambiente era Clini, lo stesso che nel 2014 sarà accusato per corruzione. 28 maggio 2012 WWF presenta una diffida per il riavvio del tutto irrituale in seguito a un parere negativo. Cambia governo e cambia ministro. Il nuovo responsabile dell’ambiente Orlando stabilisce che invece la Medoilgas per Ombrina dovrà fare l’AIA, come da normativa. La Medoil ricorre al TAR Lazio, che nel marzo 2014 respinge detto ricorso, ritenendo l’AIA espressione del Principio di Precauzione per la tutela dell’ambiente.
2014. Il 30 marzo inizia procedura AIA. Il WWF organizza una “task force” tecnico scientifica per produrre osservazioni dettagliate, Legambiente si unisce nella presentazione delle osservazioni. Maria Rita D’Orsogna sollecita e ottiene 400 note di critica da cittadini comitati e associazioni, il ministero è sommerso. Fine anno 2014, Ombrina diventa della Rockopper, una società inglese
2015. Ombrina a marzo ottiene il parere favorevole dell’AIA.







"Concerto in Villa". Invito di IN alla serata dedicata a Pasquale Ventilj nella sua villa a Mosciano Sant'Angelo



lunedì 9 marzo 2015

PER LA TUTELA DEL PARCO DELLE RIMEMBRANZE A CENTO ANNI DALLA GRANDE GUERRA


Stamane la sezione di Giulianova dell'associazione Italia Nostra onlus, da sessant'anni impegnata a difesa del patrimonio culturale e naturale e per una corretta valorizzazione dello stesso, ha inoltrato all'amministrazione comunale la richiesta di interventi per il ripristino e il decoro di uno dei luoghi spesso inosservati della nostra storia cittadina, sconvolto dopo il violento maltempo: il Viale delle Rimembranze, posto come ingresso alberato del Cimitero antico. "Il parco prende il nome dai cipressi che vennero piantumati dai nostri avi nel ricordo di quei concittadini che persero la vita lontano da casa durante i tragici eventi della Grande Guerra e dei quali mai venne ritrovato il corpo. Sui tronchi, ancora oggi curati con luci e fiori, segno di una memoria ancora viva, si leggono i nomi dei caduti con le date di nascita e il luogo della morte impressi su piccole targhe metalliche. Dopo i recenti avvenimenti di maltempo che hanno fortemente provato l’intera Provincia di Teramo e che hanno rimesso al centro del dibattito l’importanza della cura del verde e della corretta pianificazione delle opere e dell’urbanizzazione, alcuni cipressi si sono purtroppo piegati o accasciati (si allegano foto). L’associazione richiama dunque l’amministrazione, nel caso di abbattimento di questi preziosi e significativi monumenti della natura e della storia, perché le targhe con i nomi dei caduti non vadano disperse ma custodite. Si richiede, inoltre, che nuovi cipressi vengano ricollocati al loro posto con un gesto che si impone non solo a difesa del patrimonio culturale giuliese, ma che si arricchisce di un nuovo valore storico in occasione del ricordo dei cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale". L'associazione ha inoltre allegato alla richiesta alcuni esempi di riqualificazione dei parchi delle Rimembranze come il progetto realizzato a Sant'Arcangelo di Romagna dall'architetto e consigliere nazionale di Italia Nostra onlus Massimo Bottini.