lunedì 2 gennaio 2012

NO ALLA RICERCA DI IDROCARBURI NEL SITO DI "VILLA CARBONE": le osservazioni di Italia Nostra Giulianova



Spett.le Regione Abruzzo

- Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie
Programmazione, Parchi, Territorio
Valorizzazione del paesaggio, Valutazioni Ambientali

- Servizio Tutela,Valorizzazione del Paesaggio e Valutazioni Ambientali
c/o Direzione Parchi, Territorio, Ambiente, Energia

via Leonardo  da Vinci (palazzo Silone)
67100 L’AQUILA

- Assessorato Politiche Agricole e di Sviluppo rurale, forestale, Caccia e pesca

Via Catullo, 17
65100 PESCARA

p/c
-       Ministero Ambiente
-       ARTA Abruzzo
-       Sindaci dei Comuni di Teramo, Cermignano, Mosciano Sant’Angelo, Cellino Attanasio, Canzano, Notaresco, Bellante, Castellalto
-       Presidente Provincia di Teramo

Oggetto: Osservazioni e opposizione all’istanza denominata “Villa Carbone” concernente l’attività di ricerca di idrocarburi gassosi in terraferma ad opera della Medoilgas Italia S.P.A.

Con la presente intendiamo esprimere la totale contrarietà all’istanza di permesso di ricerca degli idrocarburi denominato “Villa Carbone”, che consentirebbe alla ditta italiana Medoilgas Italia SpA, con sede in Roma alla Via Cornelia n. 498, di svolgere ispezioni sismiche, per successive attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi gassosi nella Provincia di Teramo, in particolar modo nei Comuni di Teramo, Castellalto, Canzano, Cermignano, Bellante, Notaresco, Cellino Attanasio e Mosciano Sant’Angelo.



La Medoilgas è una filiale della Mediterranean Oil and Gas, con sede a Londra, che voleva trivellare il pozzo Ombrina Mare, a soli 6 km dalla costa di San Vito Chietino, con l’installazione di una raffineria-desolforatore galleggiante. Fortunatamente la pressione popolare e la lacunosità della documentazione presentata dalla ditta in questione hanno portato il Ministero dell’Ambiente a bocciare l’intero progetto.
In tale missiva sosteniamo l’assoluta contrarietà all’istanza della Medoilgas di ricerca degli idrocarburi denominato “Villa Carbone” che riguarda una vasta area del territorio teramano. I Comuni sopra citati, infatti, si trovano proprio nelle vallate dei fiumi Tordino e Vomano e, come si può vedere dalla stessa cartina allegata alla documentazione del progetto della Medoilgas, la superficie interessata è ricca di uliveti e di vigneti, oltre che di terreni agricoli irrigui e zone collinari dove è fiorente la presenza di Country Houses e Agriturismi. A tal proposito si ricordano le prescrizioni contenute nell’art. 68 della L.R. n. 18/1983 nei commi 2 e 3:
“2) È fatto divieto di destinare ad uso diverso da quello agricolo i terreni sui quali siano in atto produzioni ad alta intensità quali, tra l’altro, quella orticola frutticola, fiorita ed olivicola, nonché i terreni irrigui sui quali siano stati effettuati nell’ultimo quinquennio o siano in corso, interventi di miglioramento fondiario assistiti da contribuzioni o finanziamenti pubblici.
3) È, altresì, fatto divieto di destinare ad uso diverso da quello agricolo i terreni che, comunque, concorrono in modo determinate alla configurazione della dimensione economico-funzionale delle aziende.”
  Se le ispezioni sismiche dovessero andare a buon fine, questa parte della Provincia di Teramo vedrà mutare il proprio aspetto fisico, dato che entreranno mezzi meccanici pesanti, come le camionette Vibroseis, infrastrutture pesanti, pozzi e trivelle, che arrecheranno danni permanenti alla morfologia territoriale e alla sua economia. Benché si racconti che l’estrazione di gas sia meno nociva di quella del petrolio, come ha spiegato più volte la Prof.ssa Maria Rita D'Orsogna (Associate Professor, Department of Mathematics, Institute for Sustainability; California State University at Northrdige, Los Angeles), sottoterra ci sono spesso miscele di gas e di petrolio e non è sempre possibile distinguere tra i due idrocarburi e i fatti dimostrano che le operazioni di trivellamento dei pozzi sono le stesse e le sostanze chimiche per lubrificare il terreno sono altamente tossiche. Come asserisce la stessa Medoilgas nel suo dossier, in attività di questo genere vi è la possibilità di migrazioni di fluidi di perforazione, che potrebbero intaccare le falde idriche. Questo significherebbe inquinare le acque che servono a irrigare i campi e i giardini, le stesse che entrano nelle nostre case per usi domestici. Tale fenomeno, già noto in letteratura, è stato evidenziato in particolare nella Basilicata dove diverse sorgenti idriche millenarie sono state chiuse in anni recenti a causa della contaminazione da rifiuti petroliferi. La Basilicata è l’esempio lampante di come le ditte petrolifere abbiano mortificato un territorio in tutti i suoi aspetti, le cui ricadute sugli uomini e sugli esseri viventi sono devastanti. L’Abruzzo e la Provincia di Teramo, nello specifico, vantano una ricchezza idrica, grazie ai numerosi corsi fluviali, nonché un’ottima qualità delle acque sorgive ad uso potabile.
Tra le strutture che la Medoilgas introdurrebbe nel territorio interessato vi sono le vasche per il contenimento di rifiuti tossici a cielo aperto: in caso di incidenti o piogge potrebbero verificarsi forti esalazioni nocive per l’ambiente e per la salute umana. 
Chi garantisce, poi, che la Medoilgas conduca ricerche mirate esclusivamente all’estrazione di gas naturale? Nel terreno è facile che si trovino gli idrocarburi gassosi misti a quelli liquidi, il che porterebbe la ditta in questione a estrarre tutto senza renderne conto. Il greggio abruzzese, come è stato più volte detto, è di scarsa qualità e quantità, per cui richiederebbe ulteriori lavorazioni, che aumenterebbero il rischio di inquinamento e di incidenti a scapito del territorio, della gente che lo abita e della sua economia.
Per non parlare dell’idrogeno solforato, di cui saranno ricchi gli idrocarburi gassosi e liquidi estratti, che comprometterebbe la salute delle persone. Le persistenti emissioni di H2S hanno effetti nocivi anche sui prodotti agricoli, influenzando negativamente la crescita dell’uva, delle mele, delle pesche, dei pomodori, delle melanzane e degli altri prodotti orticoli di cui si nutre la popolazione. Il gas o il petrolio estratti dalla Medoilgas comporterebbe necessariamente l’emissione di  idrogeno solforato, come affermato nel documento di Valutazione Ambientale. La Medoilgas non scrive quali precauzioni prenderà per salvaguardare la salute ed evitare disturbi e malattie alla popolazione teramana. L’idrogeno solforato è una sostanza tossica, maleodorante, dalle proprietà mutagene ed è cancerogeno. I limiti italiani sono insufficienti a garantire una vita sana. Basti pensare che il limite per la salute umana, fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è di 0.005ppm mentre la Medoilgas afferma che vi scatteranno allarmi solo quando il  livello di idrogeno solforato arriverà a 10pmm. Ciò significa che da tassi tra 0.005 e 10ppm -circa 4 ordini di grandezza di differenza- la popolazione potrà respirare idrogeno solforato, sebbene l’OMS affermi che questo è nocivo. Questo persisterà nel caso in cui la Medoilgas intenda proseguire con la messa in funzionamento dei suoi pozzi, che potrebbero restare operativi per 20, 30 anni. L’idrogeno solforato compromette la salute delle persone causando asma, tosse, bronchite, irritazione alle vie respiratorie, danni neurologici, circolatori, ecc.. A dosi alte, in caso di incidente, causa la morte istantanea, come accaduto a Sarroch, a Molfetta e a Catania in episodi di cronaca recente. A dosi basse causa la comparsa di malattie croniche, può portare a tumori al colon ed è causa di aborti spontanei  nelle donne
Oggi l’Abruzzo e la Provincia di Teramo basano la propria economia sull’agricoltura, con aziende vitivinicole e olivicole di grande pregio, sul turismo grazie all’elevato numero di persone attratte dalle bellezze della costa, dei Parchi Nazionali e delle tante Riserve Naturali, dei borghi collinari che testimoniano la storia e l’identità di questa regione.
Lo stesso comune di Cermignano, in parte inserito nel progetto della Medoilgas denominato “Villa Carbone” rientra nei vincoli paesaggistici della Regione Abruzzo, secondo il D.M. 25 Gennaio 1984, che dichiara la zona dei comuni di Crognaleto, Pietracamela, Montorio al Vomano, Tossicia, Colledara, Isola del Gran Sasso, Castelli, Castel Castagna, Bisenti, Arsita e Cermignano di notevole interesse pubblico da tutelare e preservare.
Da un punto di vista geologico, l’area interessata dall’istanza di permesso Villa Carbone è altamente sismico: in questi giorni si assiste ad una ripresa delle scosse telluriche con epicentri proprio nell’entroterra  della Provincia di Teramo, pure coinvolta nei disastrosi eventi sismici che hanno interessato negli ultimi due anni il territorio aquilano. Le attività di trivellamento possono comportare dissesti in tal senso e possono essere causa di eventi sismici, come è accaduto in Basilicata e in altre parti del globo.  Microterremoti dell’ordine di 3 o 4 gradi della scala Richter si sono registrati in varie zone del mondo non sismiche a causa dell’attività petrolifera. In alcuni casi le conseguenze sono state  più gravi. La ditta Schlumberger riporta uno studio in cui le estrazioni di idrocarburi in Russia hanno portato a terremoti anche di grado 7 della scala Richter. L’Abruzzo è regione sismica e, pertanto, le attività di ricerca e quelle conseguenti potrebbero innescare episodi molto gravi, come è accaduto a Basilea, dove le trivellazioni hanno scatenato un terremoto di grado 5.4 della scala Richter
Altro rischio è quello della subsidenza del terreno, generata dalle infrastrutture e dai pozzi estrattivi, come dimostra il caso del Polesine, che si è abbassato di oltre tre metri nell’arco di 30 anni di attività metanifera. Altri esempi in tal senso sono la Luoisiana, il Texas, la Norvegia, la California e il Venezuela.
Nonostante le affermazioni di Confindustria sui vantaggi della ricerca e dell’estrazione di gas in  Abruzzo, il guadagno effettivo per la popolazione abruzzese sarebbe minimo. Le royalties infatti sono bassissime: esse consistono nel 10% per le estrazioni in terraferma e nel 4% per quelle in mare. Ciò significa che il Governo regionale e gli abitanti ricaveranno solo briciole dell’intera ricchezza acquisita dalle ditte. La Medoilgas, inoltre, non indica l’ammontare del quantitativo di gas e di petrolio che estrarrà dalla zona di “Villa Carbone”, ma l’esperienza decennale insegna che nel sottosuolo abruzzese vi siano quantità irrisorie per il fabbisogno energetico nazionale. Nei documenti della Forest Oil Corporation, la ditta americana che vuole installare un impianto di raffineria metanifica a Bomba, si dichiara che tutto il gas ivi presente servirebbe a coprire solo 5 giorni del fabbisogno energetico italiano. A che pro, dunque, costringere il territorio teramano e abruzzese a tali operazioni, che hanno sapore di speculazioni economiche al solo vantaggio delle ditte interessate?
Chiediamo pertanto alla Regione Abruzzo di tutelare e preservare il patrimonio ambientale e culturale del nostro territorio, valori che incidono fortemente sull’economia e sull’identità dei suoi abitanti, i quali devono essere proiettati verso una sana visione del futuro e del benessere delle generazioni che abiteranno questo suolo. La politica e le competenze nei diversi settori devono convogliare le proprie capacità verso una promozione dell’agricoltura biologica, aiutando gli agricoltori a superare la crisi che sta coinvolgendo il loro settore; verso gli investimenti sulla ricerca sia nel campo ambientale che in quello delle energie rinnovabili e sia nel settore culturale, perché si possano incrementare le offerte formative e turistiche; verso la rete delle strutture ricettive, ai fini di rendere piacevoli e rilassanti i soggiorni dei turisti, invogliandoli a visitare le nostre bellezze naturali e monumentali con itinerari sempre più rispettosi dell’ambiente e degli ecosistemi.
In considerazione dei citati vincoli normativi e di tutti quegli aspetti trascurati  nell’istanza della Medoilgas, in un ambito tutelato peraltro da una specifica legge, per la salvaguardia dei suoi ecosistemi e della qualità della vita dei cittadini, sollecitiamo gli Enti preposti a non rilasciare alla MEDOILGAS SpA il permesso di ricerca di idrocarburi denominato “Villa Carbone”.
 Appellandoci, pertanto, all’articolo 6, comma 9 della legge 8 luglio 1986 n.349, che consente a ogni cittadino italiano di presentare in forma scritta le proprie osservazioni sui progetti sottoposti a Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), nonché al trattato di Aarhus, recepito anche dall’Italia, che sancisce il diritto delle popolazioni di esprimere la propria opinione riguardo alle proposte ad alto impatto ambientale e che l’opinione dei cittadini deve essere vincolante, ribadiamo fermamente la nostra contrarietà alle attività di ricerca, di perforazione e di coltivazione di idrocarburi gassosi e liquidi nella regione Abruzzo e nel caso specifico al progetto della Medoilgas SpA denominato “Villa Carbone.

GIULIANOVA, 26 dicembre 2011


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