Italia Nostra onlus Giulianova,
associazione che da mezzo secolo si occupa di tutela e valorizzazione del
patrimonio storico artistico, in merito all’imminente distruzione e rifacimento
di una palazzina di via Gramsci ha da portare a conoscenza della cittadinanza
alcune osservazioni. Pur non essendo stata inserita nel suo tratto finale
all’interno del piano particolareggiato del centro storico, identificato dallo
strumento comunale soprattutto nella parte quattro-cinquecentesca, l’area su
cui insiste l’edificio che verrà abbattuto riveste una fondamentale importanza
di carattere urbanistico. La città storica infatti si estende ben oltre il
tracciato delle abbattute mura civiche e pertanto deve essere tutelata così
come il cosiddetto “centro storico”. Senza certamente cadere in uno sterile
conservatorismo che ne proibirebbe la fruibilità ai contemporanei, Italia
Nostra si appella agli amministratori perché si adoperino per inserire via
Gramsci, da casa Maria Immacolata al Belvedere, nella zona cosiddetta di centro
storico. Il tratto interessato
dalla demolizione, tra la Villa Marcozzi con il suo parco e il vecchio palazzo
del Banco di Napoli e dell’Albergo Belvedere, è parte di quel “cannocchiale”
verso il duomo che assieme all’ottocentesca piazza con il monumento a Vittorio
Emanuele II di Raffaello Pagliaccetti, è parte dell’addizione urbana avvenuta
nella seconda metà del XIX secolo e che attualmente ancora si distingue per
aver mantenuto in gran parte delle facciate dei palazzi e delle ville i
caratteri storico architettonici dell’epoca.
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Lo stabile del quale si è approvata la demolizione |
Il futuro immobile dunque andrà a rompere questa continuità di caratteri e quindi a compromettere irreparabilmente questo equilibrio di contesto. Seppure non composto di eminenze monumentali, il sistema urbano di cui trattasi è costituito anche da quell’edilizia cosiddetta “minore” che riveste una testimonianza fondamentale per la storia della città postunitaria. Italia Nostra onlus Giulianova ha inviato perciò queste e altre osservazioni di carattere normativo al Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Abruzzo per fermare la distruzione del fabbricato in questione e per interrompere sul nascere questo pericoloso precedente che porterebbe ad altre demolizioni con la conseguente menomazione del volto della città ottocentesca.
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Il "cannocchiale" in una foto di fine Ottocento (coll. Jonata Di Pietro) |
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Il "cannocchiale" verso il duomo
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L'adiacente Villa Marcozzi |
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il progetto |
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