venerdì 27 gennaio 2012

Illuminare il centro storico: sbagliando s'impara? Dopo i fari colorati di piazza Buozzi, i pali circondano Gaetano Braga

Una malinconica immagine del monumento a Gaetano Braga di cui si scorge la sagoma buia,
circondato dai nuovi pali dell'illuminazione pubblica

Nei giorni scorsi, al termine dei lavori di sistemazione necessari per la messa in sicurezza del versante collinare, l’amministrazione ha annunciato con un comunicato l’accensione imminente dell’illuminazione pubblica di via Bindi e via Piave. Così, dalla serata di ieri, riecheggiando l’esperimento irrispettoso e violento dei riflettori colorati di piazza Buozzi, si vede ripetuto in un’altra area del centro storico lo stesso errore. Dove prima era possibile dalla piazza lanciare lo sguardo verso il mare, ora grandi pali si ergono disseminati senza criterio. Ben cinque grandi lampade dal braccio ricurvo fanno dell’ingresso al centro storico una sorta di casello autostradale. Tre di queste circondano la piazzola di verde dove si innalza il monumento a Gaetano Braga, lasciato al buio per anni e che ora è paradossalmente ancora più nella penombra. L’illustre musicista concittadino, che fino a pochi giorni fa poteva ammirare liberamente l’Adriatico, ora ha di giorno proprio davanti a se un bel palo, mentre di notte è oscurato dall’arancio delle nuove luci. Ancora un’altra, ostacola parzialmente per chi sale dal Lido, la visione, specialmente notturna, della mole del Duomo, simbolo della città e punto di riferimento storico e urbanistico. L’ultimo faro  di questa cinquina è stato, verrebbe proprio da dire, “piazzato”, davanti alla sfavillante cromia della facciata della sala Buozzi, in attesa di riapertura. Sala Buozzi, per la cui pregevole facciata poteva essere invece prevista una dignitosa illuminazione dal basso. I quattro lampioni di forma classica, a “lanterna”, lungo via Bindi, oltre ad essere storicamente falsi, sono assolutamente fuori norma (Legge regionale Abruzzo n° 12/05). Non sono cioè sistemi cut-off, ma disperdono la luce verso l’alto.

Pertanto, la sezione giuliese di Italia Nostra si dice costernata davanti alla scarsa attenzione che le operazioni di intervento nel centro storico continuano ostinatamente a mostrare. Una noncuranza che sembra studiata a tavolino per occultare il nostro patrimonio storico e architettonico, che invece andrebbe valorizzato anche attraverso la luce. In occasione della raccolta firme promossa da Italia Nostra, “Accendiamo la cupola!”, svoltasi nei mesi scorsi, centinaia di cittadini giuliesi e non solo, hanno firmato per richiamare l’attenzione degli amministratori sul valore di una corretta illuminazione della parte storica di Giulianova. Con tale operazione quindi, si è peggiorato il già compromesso decoro (un esempio è il rivestimento del muro di contenimento in mattoni rossicci nemmeno sabbiati) di quella via che è la porta della Giulia antica. Quella stessa Giulia che da qualche giorno ha compiuto i suoi 540 anni nel silenzio di tutti. E non è un caso.

Italia Nostra Giulianova richiede infine di tornare a illuminare il monumento al grande violoncellista e compositore giuliese da troppo tempo lasciato al buio ed eliminare gli orribili pali dozzinali e i lampioni “a lanterna” fuori norma. L’associazione propone invece di installare delle lampade cut off a luce chiara sottogronda, sfruttando le facciate dei palazzi, gran parte edifici pubblici tra l’altro, mediante accordi con i privati ove necessario. Metodo di illuminazione questo, utilizzato in moltissimi centri storici d’Italia.

La porta della città antica ridotta a un anonimo "casello autostradale"


La facciata della Sala Buozzi, appena ristrutturata e
per la quale ci si aspettava una degna illuminazione


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